La crescita del consumo di bollicine, a scapito di quello dei vini fermi, è stato il fenomeno che ha caratterizzato gli ultimi anni dello scenario enoico mondiale, ed è destinato a proseguire ancora. Per molti motivi.
Piacciono indistintamente ai consumatori di ogni fascia di età, sono più immediate da comprendere anche per i meno esperti poiché, a differenza dei vini fermi, ne esistono molte meno tipologie (Champagne e Prosecco su tutti, poi gli sparkling wine della Napa Valley, i Cava spagnoli, che fanno la gran parte del mercato, a cui si aggiungono tipologie come il Cremant, il Sekt tedesco e i metodo classico italiani, dal Franciacorta al Trentodoc, dall’Asti all’Oltrepò Pavese), che rendono più semplice la scelta, in uno scenario dove la stessa tipologia è il vero brand, più del marchio aziendale, ad eccezione di qualche caso.
Ma, più di tutto, a fare la differenza è il fatto che le bollicine sono il vino più in linea con lo spirito di questi tempi: da vini da occasione, da festa, sono diventati protagonisti del quotidiano poiché per molti, nella società di oggi che guarda più all’esperienza delle cose che al loro possesso, è sempre “time to celebrate”, anche per il solo stare insieme ad amici e parenti.
Così una ricerca di Wine Intelligence. La vera protagonista di questo fenomeno è stata l’Italia, soprattutto con il Prosecco. I numeri parlano chiaro. I consumi, dal 2012 al 2016, sono cresciuti nel complesso dell’1,3% in volume (251,6 milioni di casse da 9 litri) e del 5,3% in valore (26,1 miliardi di dollari), mentre per le bollicine italiane la crescita è stata decisamente più sostenuta: +6% in volume (38 milioni di casse) e +11,4% in valore (6,2 miliardi di dollari), con aumenti esponenziali in tutti i principali mercati: oltre il 32% in Uk, primo mercato, con 1,2 miliardi di dollari in valore, ma anche in Usa (+12,3% in valore), e tassi superiori al 30% in Cina, Svezia e persino in Francia.
Così fino ad oggi, e non c’è nessun motivo perchè questo trend non continui. Anche perchè le bollicine piacciono molto alla distribuzione: facili da vendere, sono il prodotto su cui si riesce a massimizzare il profitto, con margini importanti soprattutto nell’Horeca, mentre nell’off-trade hanno, di fatto, ampliato il carrello della spesa.
Fonte di informazioni: Wine News
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